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La ginnastica artistica è una disciplina ed uno sport individuale, sia maschile sia femminile. L’atleta di tale disciplina, il ginnasta, è dotato di forza e di velocità, mobilità articolare, e deve sostenere un allenamento molto intenso soprattutto da bambino e adolescente per perfezionare i numerosissimi elementi di coordinazione. Competere nella ginnastica artistica significa disciplina, metodo e fatica. Nella ginnastica artistica si può eccellere nell’ adolescenza, e non per molto tempo. Esempio di grande forza di volontà e dedizione necessaria per competere ai massimi livelli è la storia dell’atleta e ginnasta Kerry Strug.
Quali sono le principali abilità da allenare nella ginnastica artistica? Come partire ad allenarsi se si è neofiti? Quanto pesa il riscaldamento e lo stretching nella ginnastica artistica?
Scopriamolo in questo articolo dedicato a questo elegante e storico sport:
- Iniziarsi ad allenare
- Muovere le articolazioni
- Il riscaldamento
- Lo stretching
- La storia eroica di Kerri Strug
La ginnastica artistica: uno sport per tutti
Iniziare ad allenarsi per praticare la ginnastica artistica non è complesso e può essere svolto da tutti. Secondo il prof. Vittorio Baldini nel saggio per Federginnastica Ginnastica: Uno Sport per Tutti, non importa quanti anni abbiamo, se abbiamo praticato o meno un’attività sportiva oppure se svolgiamo attività motoria solo sporadicamente. Non importa nemmeno se siamo in cattive condizioni fisiche. Tutto quello che serve per partire nella ginnastica artistica è far mente locale sul nostro corpo e identificare i punti dove questo si snoda, le articolazioni.
Primi step di allenamento nella ginnastica artistica: muovere le articolazioni in modo sistematico
I primi movimenti preparatori alla ginnastica artistica attivano le articolazioni per non più di cinque minuti ciascuna. I movimenti devono essere lenti e non devono provocare fastidio o dolore, con movimenti fatti solo per alcuni secondi.
Si parte dai piedi: si possono ad esempio flettere ed estendere le dita, oppure le caviglie. Possiamo flettere ed estendere il piede, posizionandolo perpendicolare alla gamba o allineandolo a quest’ultima. Passeremo poi alla rotazione del piede, disegnando dei cerchi con la punta degli alluci.
Passiamo alle mani e ai polsi e alla stessa maniera facciamo circonduzioni con l’articolazione del polso flettendo ed estendendo le dita. Per attivare le ginocchia, sarà sufficiente flettere ed estendere una gamba poi l’altra, alternativamente, con movimenti ampi e che non provochino fastidio o dolore.
Per lavorare con i gomiti basterà tenere le braccia distese lungo i fianchi e flettiamo ed estendiamo le braccia, contemporaneamente. C’è ancora un movimento che ci consente l’articolazione del gomito: proviamo a ruotare l’avambraccio internamente ed esternamente tenendo ferma l’articolazione della spalla.
Le spalle si possono inizialmente alzare ed abbassare. Poi ruotare internamente ed esternamente l’intero braccio, questa volta cercando di non ruotare l’articolazione del gomito. Infine possiamo elevare le braccia su diversi piani. Per esempio avanti, lateralmente e indietro. Ora eleviamo le braccia e teniamole distese davanti a noi, parallele al suolo; possiamo incrociarle portando la mano destra verso sinistra e la sinistra verso destra, e viceversa.
Quindi passiamo al collo. Qui ci sono diverse articolazioni, quelle delle vertebre. Coinvolgiamole flettendo lentamente il capo avanti, indietro e lateralmente. Poi, sempre lentamente e senza sforzi o fastidi ruotiamo il capo da una parte e dall’altra. Infine, facciamo delle piccole circonduzioni. Facciamo la stessa identica cosa con l’intero busto: flessioni avanti, indietro e laterali. Poi le torsioni e infine le circonduzioni.
Bene, ora ci alziamo in piedi e pensiamo all’ultima articolazione rimasta, quella della coscia col bacino. Solleviamo la gamba avanti, lateralmente e indietro. Poi ruotiamola rispetto al suo asse longitudinale e infine facciamo una mezza circonduzione. Una gamba e l’altra, alternativamente, sempre per qualche secondo.
Ginnastica artistica, riscaldarsi al meglio per prevenire infortuni
Nel riscaldamento generaleper la ginnastica artistica, come suggerisce il termine stesso, uno degli obiettivi principali è quello di aumentare la temperatura corporea mediante la contrazione volontaria dei muscoli scheletrici. Per la sua peculiarità di premessa o introduzione, il riscaldamento sovente riveste particolari significati psicologici potendo in certi casi assumere delle connotazioni rituali. Da un punto di vista oggettivo, è utile considerarlo per i suoi due aspetti essenziali:
- Per l’aumento moderato della temperatura, che favorisce la velocità delle reazioni biochimiche, con effetti favorevoli sulla prestazione.
- Check-up muscolo scheletrico per definire il proprio grado di allenamento e lo stato del proprio corpo prima di iniziare, riscontrando eventuali problemi.
Nell’ambito dell’allenamento per la ginnastica artistica, il termine riscaldamento è riferito alle metodologie utilizzate per predisporre l’organismo ad affrontare al meglio una sessione di attività. Il riscaldamento generale, svolto all’inizio dell’ allenamento o della competizione ed il riscaldamento specifico, utilizzato per approcciare esercizi ad alta intensità o particolari elementi tecnici.
Lo stretching nella ginnastica
Per una ginnasta è molto importante raggiungere la massima escursione articolare, grazie alle tre tipologie di allenamento a cui deve sottoporsi un ginnasta:
- lo stretching
- l’allenamento aerobico
- l’allenamento della forza
Fra le attività fondamentali dei programmi per il wellness e il benessere fisico, lo stretching, ovvero l’allenamento della flessibilità, è fondamentale per la sicurezza e la mobilità articolare del ginnasta stesso.
Lo stretching è osservabile non solo nell’uomo ma anche in moltissimi animali, che tendono a stirare i muscoli per trarre benessere per il corpo. Nell’uomo, questi esercizi sono ormai parte integrante della preparazione o della realizzazione di molte discipline, come lo sport o lo yoga, ma c’è convergenza fra gli studiosi sulle modalità in cui può essere praticato. Appare pertanto assolutamente connaturata alla struttura ed al funzionamento dell’apparato locomotore degli individui e in particolare nella pratica della ginnastica artistica.
Le 4 tipologie di stretching
In breve, lo stretching può essere suddiviso in 4 tipologie:
- Statico passivo
- Statico attivo;
- Dinamico passivo;
- Dinamico attivo.
Secondo la Federazione Ginnastica Italiana, lo stretching statico passivo è probabilmente quello che rappresenta il miglior compromesso fra efficacia e sicurezza ed è senz’altro quello su cui, almeno inizialmente, conviene basare un programma di allenamento della flessibilità.
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Per quanto concerne la scelta degli esercizi per la ginnastica ritmica, occorre considerare principalmente tre fattori: l’isolamento del muscolo o del gruppo muscolare che si desidera allungare, la creazione di una leva favorevole che consenta di graduare in modo fine la tensione senza richiedere particolari impegni in altri distretti, ed il grado di rischio.
La respirazione nello stretching
Anche la respirazione gioca un ruolo significativo nella preparazione per la ginnastica artistica: deve essere regolare e profonda, inspirando lentamente col naso ed espandendo l’addome, per poi trattenere un attimo il respiro ed espirare lentamente dalla bocca.
Per ogni esercizio è opportuno eseguire da 2 a 5 ripetizioni di circa 20” ciascuna ed ogni esercizio deve essere eseguito raggiungendo (e poi abbandonando) la posizione di massimo allungo (il massimo allungamento consentito al muscolo senza che sia superata la soglia del dolore) in modo lento e controllato.
L’eroina delle “magnifiche sette” della ginnastica artistica USA ad Atlanta ’96
Nome completo Kerri Allyson Strug Fischer, altezza 1,41 metri, nata a Tucson, Arizona, il 19 novembre 1977: professione, ginnasta. Ginnasta bambina, perché la ginnastica artistica è una delle discipline dove la precocità della fatica e del sacrificio ripagano più che in ogni altro campo. Una carriera breve dove o sei al top da adolescente o non lo sarai mai.
Primi passi in palestra a 8 anni. A 13 anni già le Olimpiadi del ‘92 sono un obiettivo realistico, ma Kerri deve trovare un allenatore, qualcuno che la trasformi in una campionessa di ginnastica artistica. Da Tucson, Arizona, si sposta a Houston, Texas. Per chi ha poca confidenza con la geografia degli States sono circa 1700 km; non sono neanche sullo stesso fuso orario, Tucson e Houston.
I giudici sono a pochi metri, disorientati anche loro. Nel girato dell’epoca si intuisce, lo sanno, lo sentono di avere appena visto qualcosa che entra nella storia dello sport.
Patto col diavolo: Kerri scambia l’adolescenza con la fatica e il sacrificio, una vita da reclusa, allenamenti 6 o 7 giorni a settimana per 8 ore al giorno e a giugno 1992 si qualifica ai trial di ginnastica artistica. A 14 anni sarà la più giovane atleta statunitense a Barcellona ’92.
In Spagna la squadra USA di ginnastica artistica vincerà un bronzo: ma è solo l’inizio, il riscaldamento. Ci sono altri quattro anni di sudore, di palestre in giro per l’America, di allenatori cambiati, di dubbi, di insicurezze da adolescente quale - malgrado tutto - è.
Finché arrivano le Olimpiadi in casa, arriva Atlanta ’96. Kerri ha 18 anni. È una delle magnifiche sette, la squadra femminile di ginnastica artistica USA. È lì che ancora non lo sa ma entrerà nella storia olimpica: siamo verso la fine della prova di volteggio. Chi vince, è medaglia d’oro.
In quella prova Kerri deve recuperare gli errori di una delle sue compagne di squadra, Dominique Moceanu. Deve recuperare anche i suoi di errori, perché nel primo salto, dove aver volato e volteggiato per secondi che non finivano mai, è atterrata male, cadendo all’indietro. E si è anche infortunata: distorsione alla caviglia con lesione del tendine.
A bordo della pedana per la ginnastica artistica,la squadra russa pregusta la vittoria. Non può saltare ancora in quelle condizioni. Sbagliano. Le immagini dell’epoca mostrano bene Kerri: è una ragazzina che dimostra molto meno dei suoi 18 anni, forse 14, 13, con una caviglia fasciata che sta per esplodere. Che tempo mezz’ora farà malissimo, che sarà gonfia il doppio dell’altra.
Non importa, prendiamo la rincorsa, saltiamo.
Kerri salta, vola, si avvita su se stessa e atterra, perfetta. Resiste ancora una frazione di secondo sul tappeto e poi cade a terra. Piange dal dolore. I giudici sono a pochi metri, disorientati anche loro. Nel girato dell’epoca si intuisce, lo sanno, lo sentono di avere appena visto qualcosa che entra nella storia dello sport.
Arrivano i soccorsi, l’allenatore, le compagne di squadra, la prendono in braccio, è minuscola Kerri, finché arriva il voto sul tabellone: 9.712. Di lì a poco scopriranno che il gigantesco coraggio di Kerri è valso l’oro.
FAQs
Come è nata la ginnastica artistica? ›
Nel XIX° secolo F.L. Jahn inaugurò a Berlino la prima palestra pubblica all'aperto, mentre Adolf Spiess, in Germania, sviluppò la ginnastica collettiva. Dall'unione dei metodi di Jahn e Spiess nacque la ginnastica artistica odierna.
Come si chiamano le ragazze che fanno ginnastica artistica? ›Le ginnaste che partecipano a ciascuna competizione internazionale vengono scelte tra quelle di un pool chiamato "Team Italia", che raccoglie le migliori ginnaste del momento, a discrezione del Direttore Tecnico.
Chi è l'inventore della ginnastica? ›Il tedesco G.H. Muths fu il creatore della ginnastica moderna, basata su un programma completo di esercizi atti a migliorare equilibrio, agilità e forza fisica.
Cosa consiste la ginnastica artistica? ›La ginnastica artistica è una specialità della ginnastica e uno sport olimpico individuale. Può essere praticata sia da ginnasti che da ginnaste con alcune importanti differenze. Prevede la realizzazione di esercizi a corpo libero oppure con l'utilizzo gli appositi attrezzi.
Come si chiama chi pratica ginnastica artistica? ›Il ginnasta è sottoposto ad un enorme sforzo durante i suoi allenamenti, dato l'interessamento di gran parte dei muscoli al lavoro che compie.